"ridateci l'abito della festa"
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Re: "ridateci l'abito della festa"
si Mary, anch'io per principio non compro 'made in China' anche se mi rendo conto che ci sono delle etichette 'imbroglione' che dicono ' made in italy' quando non e' affatto vero.
pero' almeno quando e' smaccatamente dichiarato il made in china , mi astengo.
E non solo da anni, sto' facendo opera di convincimento con tutte le persone che conosco !!! questa la chiamo la mia piccola guerra personale.
D'altra parte bisogna pur cercare di difendere la produzione Italiana .... non lo fa la Marcegaglia , ma lo faccio io.
pero' almeno quando e' smaccatamente dichiarato il made in china , mi astengo.
E non solo da anni, sto' facendo opera di convincimento con tutte le persone che conosco !!! questa la chiamo la mia piccola guerra personale.
D'altra parte bisogna pur cercare di difendere la produzione Italiana .... non lo fa la Marcegaglia , ma lo faccio io.
luisa- Super Sarta/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
Il problema è che Made in Italy non vuole più dire nulla, molti laboratori cinesi producono in Italia e quindi fanno anche loro del "Made in Italy".
E molti stilisti si servono in questi laboratori, per risparmiare.
E molti stilisti si servono in questi laboratori, per risparmiare.
Re: "ridateci l'abito della festa"
Quoto tutto però aggiungo che, a mio avviso, non sempre la fattura made in china è pessima a priori in quanto cinese, ho avuto la fortuna di vedere cose cinesi particolarmente curate...la cosa brutta è quando mi capita di vedere serissimi negozi italiani vendere straccetti con l'assicurazione dell'essere prodotti da operai e sarti nostri connazionali -.-'Mary ha scritto:Purtroppo sono Sante Parole e molto, molto tristi...
Già da parecchio tempo, anche se non solita agli acquisti di abbigliamento,
ho avuto modo di notare la scaduta qualità e gli straccetti venduti a caro prezzo...
Nel mio piccolo suppongo che la maggior parte delle persone oggi,
non ha la possibilità di comprendere, non avendo modo più di comparare...
E' davvero una grossa perdita culturale a mio avviso,
visto che fino a poco tempo fa l'Italia si distingueva proprio per l'artigianato di alta qualità...
Purtroppo il made in china sovrasta qualsiasi campo sovrano
rovinando oltremodo il mercato artigianale di qualità...
Nel mio piccolo per principio non acquisto nulla made in china,
anche se non sempre mi riesce...
La crisi del made in italy è un altro, doloroso e lungo, paragrafo, secondo me
Jam- Super Mani di Fata
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Re: "ridateci l'abito della festa"
Io sono un pò anacronistica perchè il vestito della festa, quello "buono" lo uso ancora! Ho degli abiti che metto sono in occasioni "importanti" o "eleganti", mamma e nonna ci hanno abituati così ed è un'abitudine che mi piace e che cercherò di non perdere! (per ora l'ho estesa al mio futuro marito!)
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Raja82- Super Sartina/o Attiva/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
L'ho letto solo oggi, ed è un pò l'animo con cui ho aperto il forum; condivido in pieno, assolutamente!
Re: "ridateci l'abito della festa"
Mi sono messa ad imparare a cucire, alla mia veneranda età, proprio perché stanca di dover comprare roba che non mi dava soddisfazione. Vestirsi tutti i giorni per andare in ufficio, comprando tutta roba ben confezionata, è impensabile visti i prezzi proibitivi; la roba di prezzo normale o è mal confezionata o è di stoffe improbabili, la indossi un paio di volte e poi si sforma, diventa tutta sbirola, cambia colore. Le cose vecchie, di quella che mia madre definiva "buona stoffa" le tengo preziose e le faccio adattare (io ho paura a metterci mano). Ho sempre detestato le griffe in quanto, per me, sinonimo di roba standard, omologata, tutta uguale. Ma mi rendo conto di essere una mosca bianca, e qui di mosche bianche come me, per fortuna, ne vedo tante.
Racconto una storiella giusto per dimostrare quale è il pensiero più diffuso? Avete due minuti? Bene ... la mia vicina di casa in Toscana è una massaia vecchio stampo, che fa di tutto, magari non per passione ma perché è cresciuta con l'idea che deve saperlo fare. Qualche anno fa si sono sposate le sue due figlie, a pochi mesi di distanza una dall'altra. Lei ha comprato del crépe di seta e del lino e si è confezionata, da sola dopo essersi fatta fare i cartamodelli, due vestiti con relative giacche. Uno con dei ricami ad intaglio su tutti i bordi, scollo, baveri della giacca, fondo maniche; l'altro, quello di lino, con i bordi sottolineati da un ricamo di quelli fatti coi fili sfilati e poi ripresi a formare dei rombi... non chiedetemi come si chiama che non lo so. Me li ha mostrati l'anno scorso, quando io ero ai miei primi tentativi di combinare qualcosa, e sono rimasta a bocca aperta come un baccalà. Dire bellissimi è poco, dei veri capolavori. Lei, contrita, mi ha raccontato che è stata criticatissima dalle parenti perché per i matrimoni delle figlie avrebbe dovuto, secondo loro, comprarsi qualcosa "di marca" e non presentarsi con vestiti fatti in casa. L'ho consolata dicendole che comprare due vestiti come quelli, fatti in quel modo, non sarebbe costato meno di un paio di magliaia di euro l'uno, se non di più, e che le sue parenti erano ignoranti.
Ecco, questo è il pensiero comune: la griffe fa bello, il comprato è lusso, la roba fatta in casa è roba da poveracci.
A questo ci hanno ridotto, ed è tutto sbagliato.
Made in Italy? Secondo voi perché Prato è piena di manifatture di proprietà di cinesi dove lavorano cinesi con stoffe cinesi? Ed è roba che poi può legittimamente portare l'etichetta Made in Italy ed essere venduta come tale.
No grazie. Certo io non sono brava, cucio come il più scalcinato dei cinesi, ma almeno lo faccio con un briciolo di attenzione al drittofilo e, soprattutto, cerco di usare stoffe di qualità almeno discreta. E poi, proprio come dice l'articolo, mi guardo in giro e mi dimentico dei difetti della mia roba, perché mi rendo conto che pur nella sua mediocrità è molto meglio della media di quel che si vede circolare.
Ma vorrei aggiungere, e poi prometto di concludere, che il problema non penso sia solo la qualità della roba, ma anche un cattivo gusto dilagante: l'assoluta inconsapevolezza di quanto il nostro fisico ci consente di indossare e di quanto, invece, è meglio limitarsi a guardarlo sulle riviste; oppure di cosa si possa indossare per andare in ufficio e di cosa, invece, è meglio indossare solo per la discoteca o la palestra. Sono, vecchia, lo so
Racconto una storiella giusto per dimostrare quale è il pensiero più diffuso? Avete due minuti? Bene ... la mia vicina di casa in Toscana è una massaia vecchio stampo, che fa di tutto, magari non per passione ma perché è cresciuta con l'idea che deve saperlo fare. Qualche anno fa si sono sposate le sue due figlie, a pochi mesi di distanza una dall'altra. Lei ha comprato del crépe di seta e del lino e si è confezionata, da sola dopo essersi fatta fare i cartamodelli, due vestiti con relative giacche. Uno con dei ricami ad intaglio su tutti i bordi, scollo, baveri della giacca, fondo maniche; l'altro, quello di lino, con i bordi sottolineati da un ricamo di quelli fatti coi fili sfilati e poi ripresi a formare dei rombi... non chiedetemi come si chiama che non lo so. Me li ha mostrati l'anno scorso, quando io ero ai miei primi tentativi di combinare qualcosa, e sono rimasta a bocca aperta come un baccalà. Dire bellissimi è poco, dei veri capolavori. Lei, contrita, mi ha raccontato che è stata criticatissima dalle parenti perché per i matrimoni delle figlie avrebbe dovuto, secondo loro, comprarsi qualcosa "di marca" e non presentarsi con vestiti fatti in casa. L'ho consolata dicendole che comprare due vestiti come quelli, fatti in quel modo, non sarebbe costato meno di un paio di magliaia di euro l'uno, se non di più, e che le sue parenti erano ignoranti.
Ecco, questo è il pensiero comune: la griffe fa bello, il comprato è lusso, la roba fatta in casa è roba da poveracci.
A questo ci hanno ridotto, ed è tutto sbagliato.
Made in Italy? Secondo voi perché Prato è piena di manifatture di proprietà di cinesi dove lavorano cinesi con stoffe cinesi? Ed è roba che poi può legittimamente portare l'etichetta Made in Italy ed essere venduta come tale.
No grazie. Certo io non sono brava, cucio come il più scalcinato dei cinesi, ma almeno lo faccio con un briciolo di attenzione al drittofilo e, soprattutto, cerco di usare stoffe di qualità almeno discreta. E poi, proprio come dice l'articolo, mi guardo in giro e mi dimentico dei difetti della mia roba, perché mi rendo conto che pur nella sua mediocrità è molto meglio della media di quel che si vede circolare.
Ma vorrei aggiungere, e poi prometto di concludere, che il problema non penso sia solo la qualità della roba, ma anche un cattivo gusto dilagante: l'assoluta inconsapevolezza di quanto il nostro fisico ci consente di indossare e di quanto, invece, è meglio limitarsi a guardarlo sulle riviste; oppure di cosa si possa indossare per andare in ufficio e di cosa, invece, è meglio indossare solo per la discoteca o la palestra. Sono, vecchia, lo so
rosacanina- Super Sarta/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
rosacanina ha scritto:Ma vorrei aggiungere, e poi prometto di concludere, che il problema non penso sia solo la qualità della roba, ma anche un cattivo gusto dilagante: l'assoluta inconsapevolezza di quanto il nostro fisico ci consente di indossare e di quanto, invece, è meglio limitarsi a guardarlo sulle riviste; oppure di cosa si possa indossare per andare in ufficio e di cosa, invece, è meglio indossare solo per la discoteca o la palestra. Sono, vecchia, lo so
Sottoscrivo parola per parola, anche in camper non ho mai usato una tuta da palestra.
E' importante essere in ordine, il che non vuol dire essere "griffate" a tutti i costi, anzi.
Il mio guardaroba è uguale negli anni: pantaloni basici, grigi, blu, neri per l'inverno, qualche fantasia piccola per l'estate, abbinati a camicie e golf in tinta unita. Per l'estate qualcosa in più, ma non troppo, le cose vistose non mi piacciono.
barlafuss- Super Sarta/o
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Data d'iscrizione : 29.09.14
Re: "ridateci l'abito della festa"
Concordo su tutta la linea. Però mi sa che siamo rimaste in poche a pensarla in questo modo. Siamo di un' altra epoca. Con queste linee guida (abito buono per la "festa", tessuti di qualità, accuratezza nella confezione) ho cresciuto anche i miei figli, anche se tutti maschi, ma ho visto che qualcuno non ha recepito. Pazienza.
lucymode- Super Sarta/o
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Data d'iscrizione : 17.03.10
Re: "ridateci l'abito della festa"
rosacanina ha scritto: Lei, contrita, mi ha raccontato che è stata criticatissima dalle parenti perché per i matrimoni delle figlie avrebbe dovuto, secondo loro, comprarsi qualcosa "di marca" e non presentarsi con vestiti fatti in casa. L'ho consolata dicendole che comprare due vestiti come quelli, fatti in quel modo, non sarebbe costato meno di un paio di magliaia di euro l'uno, se non di più, e che le sue parenti erano ignoranti.
Ecco, questo è il pensiero comune: la griffe fa bello, il comprato è lusso, la roba fatta in casa è roba da poveracci.
A questo ci hanno ridotto, ed è tutto sbagliato.
Esatto, e tanta parte in questa riduzione l'hanno avuta le teste, che imparare a distinguere vuole comunque un minimo di senso critico; è sempre più facile mettere un abito griffato che fare una dieta ad esempio. Io credo che questo fenomeno dilagante sia stato suggerito dalla crisi: nessuno vuole ammettere di essere povero, e quindi cosa faccio? Compro l'abito di marca, meglio se con la griffe in bella mostra, che fino all'altro ieri era sinonimo tra le altre cose di qualità, perchè so che "costa" (sempre fino all'altro ieri) e quindi gli outlet, e le stesse ditte, ci marciano: fanno produzioni con tessuti meno buoni e con manodopera meno abile da spedire ai rivenditori di outlet, non di "boutique", come dicevamo noi La produzione è diversificata, ma chi compra dall'outlet non se ne accorge; poco importa, basta la firma.
Una cara amica ha preso in mano una camicia di Ralph Lauren del ragazzo, e una regalata da noi al padre, per lavarle, e col suo tesoro ha constatato come la stoffa e la fattura siano nettamente superiori; la mamma è stata anni sarta e, giusto per dire, disegnatrice per maxmara ai bei tempi, quindi la qualità le è stata insegnata; mi rode immaginare che solo tramite l'educazione si possa passare il concetto di bello e di qualità, per lo meno nell'abbigliamento, non ci vorrei credere
Re: "ridateci l'abito della festa"
Anch'io all'epoca , nonostante siano stati molti di più i complimenti , sono stata criticata per essermi cucita il tailleur della mia promessa di matrimonio e quello di mia madre, ma non mi interessa più di tanto, negli anni ho imparato a fregarmene. Fin dalle scuole medie mi hanno fatto capire che la gente pensa che cucirsi le cose sia da poveracci, una volta una delle più oche della mia classe mi chiese se mia madre mi avesse cucito una gonna perchè non potevo permettermi di meglio??Quell'oca , a parte il dimenticare che anche sua madre all'epoca si cuciva le gonne non aveva capito che sono costretta a cucirmi le cose perchè la moda che trovi nei negozi è fatta tutta per taglia-altezza standard, con 10cm in più della media di lunghezza gamba e braccia cosa pretende che trovi in giro ?? meno male che oltre a questo sono cresciuta con l'idea di avere qualcosa di unico, ricordo un anno in cui si usavano il beige e le gonne lunghe, tutte le mie amiche avevano quasi lo stesso completo , mi è sembrato di una noia incredibile, quindi per tutto ciò ancora oggi mi cucio quasi tutto e sono orgogliosa di farlo.
Farsi le cose da soli ci aiuta anche a dare il giusto valore alle cose, non mi piace che il vestiario sia diventato una cosa usa e getta, se passa una stagione perchè una cosa che abbiamo comprato noi stesse non deve piacerci più e ne dobbiamo comprare un altro che durerà si e no un'altra stagione??
Farsi le cose da soli ci aiuta anche a dare il giusto valore alle cose, non mi piace che il vestiario sia diventato una cosa usa e getta, se passa una stagione perchè una cosa che abbiamo comprato noi stesse non deve piacerci più e ne dobbiamo comprare un altro che durerà si e no un'altra stagione??
aantonella- Super Mani di Fata
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Data d'iscrizione : 16.10.12
Età : 44
Re: "ridateci l'abito della festa"
Bello e intrigante l'argomento, spunto di riflessioni. Triste che la cultura del bello debba per forza essere appresa? Ma è sempre stato così, non solo per le stoffe ed i tagli d'abito, ma per tutto. Una persona può veramente giudicare solo ciò che conosce ed in base a quello che conosce, se prendessimo un uomo delle caverne misteriosamente catapultato nel nostro tempo e gli mettessimo davanti un pezzo di shantung di seta color topo ed un pezzo di "altre fibre" (leggi tritato e riciclato) di quelli che dopo due lavate vanno in briciole, di un bel rosso pompeiano, secondo voi quale dei due lui giudicherebbe più bello?
Se abbiamo avuto la fortuna di conoscere, per un motivo o per l'altro, le stoffe fin da piccole le possiamo scegliere al tatto, col naso, oltre che con gli occhi; altrimenti abbiamo bisogno di fidarci dell'etichetta.
Se abbiamo avuto la fortuna di avere qualcuno che ci ha trasmesso un gusto, più o meno condivisibile che sia, sappiamo cosa vogliamo e non abbiamo bisogno di affidarci ad un marchio per essere sicure di ciò che ci piace, di cosa scegliere.
Per l'industria i capi d'abbigliamento DEVONO durare poco, e quando il materiale non lo consente ci pensa la moda che stravolge tutto ogni cambio di luna; in caso contrario le vendite calerebbero a picco. Roba che dura poco prima di tutto costa meno, vuoi per il basso valore della materia prima, vuoi per i bassi costi di lavorazione per confezioni standard poco curate, e si vende di più perché accessibile a tutti oltre che spinta dalle mode.
Un abito della festa del genere di quelli degli anni 50 o 60 cosa costerebbe oggi? Quanti ne comprerebbero almeno due all'anno? E c'è da dire anche che tante di noi lavorano, e parecchi lavori richiedono che una si metta l'abito della festa tutti i giorni .... mica si può andare in ufficio, però, tutti i giorni con lo stesso vestito! Ce ne vogliono almeno ... diciamo 5 o 6 per stagione? Che poi li indossi spesso. li tieni tutto il giorno lavorandoci dentro, e non durano più 30 anni come quando li portavi solo alla domenica per andare a messa e in pasticceria ... e lo stipendio se ne va in vestiti
E' un bisogno, quello dell'abbigliamento a costo contenuto, cui l'industria ha risposto; poi si è fatta prendere la mano ed ha iniziato a creare altri bisogni indotti, quali le griffe e le mode delle forme, dei tagli e dei colori. Un po' come i self service ed i fast food che hanno risposto al bisogno di tanti di sopravvivere alla pausa pranzo. Ma un po' come la schisceta (come chiamiamo a Milano il contenitore col pasto che uno si porta sul lavoro) sta tornando in auge grazie alla crisi oltre che al colesterolo dilagante, anche la macchina da cucire sta tornando ad essere presente in tante case ed utilizzata per confezionare qualcosa, magari per i bambini, e non più solo per fare piccole riparazioni o lavoretti per la casa.
Riflessione dell'una di notte ... meglio se vado a letto
Se abbiamo avuto la fortuna di conoscere, per un motivo o per l'altro, le stoffe fin da piccole le possiamo scegliere al tatto, col naso, oltre che con gli occhi; altrimenti abbiamo bisogno di fidarci dell'etichetta.
Se abbiamo avuto la fortuna di avere qualcuno che ci ha trasmesso un gusto, più o meno condivisibile che sia, sappiamo cosa vogliamo e non abbiamo bisogno di affidarci ad un marchio per essere sicure di ciò che ci piace, di cosa scegliere.
Per l'industria i capi d'abbigliamento DEVONO durare poco, e quando il materiale non lo consente ci pensa la moda che stravolge tutto ogni cambio di luna; in caso contrario le vendite calerebbero a picco. Roba che dura poco prima di tutto costa meno, vuoi per il basso valore della materia prima, vuoi per i bassi costi di lavorazione per confezioni standard poco curate, e si vende di più perché accessibile a tutti oltre che spinta dalle mode.
Un abito della festa del genere di quelli degli anni 50 o 60 cosa costerebbe oggi? Quanti ne comprerebbero almeno due all'anno? E c'è da dire anche che tante di noi lavorano, e parecchi lavori richiedono che una si metta l'abito della festa tutti i giorni .... mica si può andare in ufficio, però, tutti i giorni con lo stesso vestito! Ce ne vogliono almeno ... diciamo 5 o 6 per stagione? Che poi li indossi spesso. li tieni tutto il giorno lavorandoci dentro, e non durano più 30 anni come quando li portavi solo alla domenica per andare a messa e in pasticceria ... e lo stipendio se ne va in vestiti
E' un bisogno, quello dell'abbigliamento a costo contenuto, cui l'industria ha risposto; poi si è fatta prendere la mano ed ha iniziato a creare altri bisogni indotti, quali le griffe e le mode delle forme, dei tagli e dei colori. Un po' come i self service ed i fast food che hanno risposto al bisogno di tanti di sopravvivere alla pausa pranzo. Ma un po' come la schisceta (come chiamiamo a Milano il contenitore col pasto che uno si porta sul lavoro) sta tornando in auge grazie alla crisi oltre che al colesterolo dilagante, anche la macchina da cucire sta tornando ad essere presente in tante case ed utilizzata per confezionare qualcosa, magari per i bambini, e non più solo per fare piccole riparazioni o lavoretti per la casa.
Riflessione dell'una di notte ... meglio se vado a letto
rosacanina- Super Sarta/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
rosacanina ha scritto:Per l'industria i capi d'abbigliamento DEVONO durare poco, e quando il materiale non lo consente ci pensa la moda che stravolge tutto ogni cambio di luna; in caso contrario le vendite calerebbero a picco. Roba che dura poco prima di tutto costa meno, vuoi per il basso valore della materia prima, vuoi per i bassi costi di lavorazione per confezioni standard poco curate, e si vende di più perché accessibile a tutti oltre che spinta dalle mode.
Un abito della festa del genere di quelli degli anni 50 o 60 cosa costerebbe oggi? Quanti ne comprerebbero almeno due all'anno? E c'è da dire anche che tante di noi lavorano, e parecchi lavori richiedono che una si metta l'abito della festa tutti i giorni .... mica si può andare in ufficio, però, tutti i giorni con lo stesso vestito! Ce ne vogliono almeno ... diciamo 5 o 6 per stagione? Che poi li indossi spesso. li tieni tutto il giorno lavorandoci dentro, e non durano più 30 anni come quando li portavi solo alla domenica per andare a messa e in pasticceria ... e lo stipendio se ne va in vestiti
E' un bisogno, quello dell'abbigliamento a costo contenuto, cui l'industria ha risposto; poi si è fatta prendere la mano ed ha iniziato a creare altri bisogni indotti, quali le griffe e le mode delle forme, dei tagli e dei colori. Un po' come i self service ed i fast food che hanno risposto al bisogno di tanti di sopravvivere alla pausa pranzo. Ma un po' come la schisceta (come chiamiamo a Milano il contenitore col pasto che uno si porta sul lavoro) sta tornando in auge grazie alla crisi oltre che al colesterolo dilagante, anche la macchina da cucire sta tornando ad essere presente in tante case ed utilizzata per confezionare qualcosa, magari per i bambini, e non più solo per fare piccole riparazioni o lavoretti per la casa.
Riflessione dell'una di notte ... meglio se vado a letto
Oltre al "bisogno" di voler avere un margine di guadagno sempre più alto..a parer mio
ransielastrega- Super Sartina/o Attiva/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
Mi ero persa questo post... Condivido...
Te ne rendi conto soltanto quando cuci, quando scegli le stoffe e controlli che le cuciture, le tue, siano precise.
Te ne accorgi quando il tuo filo si spezza e capisci l'importanza della qualità e ti rendi conto che i vestiti, nelle boutique, sono tinti insieme al filo. Perché costa troppo un filo diverso per ogni colore della collezione.
Me ne sono resa conto quando la commessa mi ha detto: tua nonna non avrebbe avuto dubbi e ho scelto un fresco lana spendendo più del doppio rispetto a una stoffa più economica. E mi sono sentita soddisfatta, anche io avrò un vestito della "domenica" speciale e soprattutto unico.
Te ne rendi conto soltanto quando cuci, quando scegli le stoffe e controlli che le cuciture, le tue, siano precise.
Te ne accorgi quando il tuo filo si spezza e capisci l'importanza della qualità e ti rendi conto che i vestiti, nelle boutique, sono tinti insieme al filo. Perché costa troppo un filo diverso per ogni colore della collezione.
Me ne sono resa conto quando la commessa mi ha detto: tua nonna non avrebbe avuto dubbi e ho scelto un fresco lana spendendo più del doppio rispetto a una stoffa più economica. E mi sono sentita soddisfatta, anche io avrò un vestito della "domenica" speciale e soprattutto unico.
SofiaW- Super Sarta/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
Non sono stata cresciuta in un contesto dove l'abbigliamento fosse molto considerato... ho cominciato a rendermi conto della mancanza di qualità dopo aver iniziato a cucire... confesso che prima, più di tanto, non guardavo.
Ma adesso che questa passione ha preso il volo guardo tutto con altri occhi, ed è quasi una liberazione vedere che quel capo firmato non è poi cucito così bene, che magari potrei fare meglio, che la qualità sta nei piccoli dettagli, nell'amore che si mette nel fare.
E mentre cuccio, principalmente per le piccole, penso che quel capo, anche se non perfetto, è veramente un pezzo unico.
Ma adesso che questa passione ha preso il volo guardo tutto con altri occhi, ed è quasi una liberazione vedere che quel capo firmato non è poi cucito così bene, che magari potrei fare meglio, che la qualità sta nei piccoli dettagli, nell'amore che si mette nel fare.
E mentre cuccio, principalmente per le piccole, penso che quel capo, anche se non perfetto, è veramente un pezzo unico.
Momy- Super Sarta/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
E' vero, Cri!
Quando è nata la mia seconda bimba, mia sorella ci ha mandato un vestitino che aveva cucito la nostra nonna.
All'epoca non cucivo ancora e ho trovato il gesto "soltanto" carino.
Ma qualche giorno fa, quel vestitino mi è capitato tra le mani - era da due anni che non lo vedevo - e allora mi sono messa a guardare i particolare, come era stato pensato, e quando ho visto quei puntini fatti a mano, magari non "perfetti", ma fatti dalle mani della mia nonna, con amore, sono scoppiata a piangere.
In quel momento mi sono resa conto della grandiosità del gesto di mia sorella, non ci aveva "soltanto" regalato un abitino usato, ma separandosi da quel capo ci ha fatto un dono bellissimo, carico di sentimenti e ricordi di una persona che non è più tra noi... (grazie sorella )
Quando è nata la mia seconda bimba, mia sorella ci ha mandato un vestitino che aveva cucito la nostra nonna.
All'epoca non cucivo ancora e ho trovato il gesto "soltanto" carino.
Ma qualche giorno fa, quel vestitino mi è capitato tra le mani - era da due anni che non lo vedevo - e allora mi sono messa a guardare i particolare, come era stato pensato, e quando ho visto quei puntini fatti a mano, magari non "perfetti", ma fatti dalle mani della mia nonna, con amore, sono scoppiata a piangere.
In quel momento mi sono resa conto della grandiosità del gesto di mia sorella, non ci aveva "soltanto" regalato un abitino usato, ma separandosi da quel capo ci ha fatto un dono bellissimo, carico di sentimenti e ricordi di una persona che non è più tra noi... (grazie sorella )
Momy- Super Sarta/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
Brava Momy
Manuela Ciaramella- Super Sarta/o
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Re: "ridateci l'abito della festa"
Ragazze...
Momy- Super Sarta/o
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che tristezza!
e pensando ai prezzi che paghiamo fa ancora più rabbia. Griffe internazionali che confezionano in Cina e Turchia se non altrove e poi vedi borse di 1000€ che scoloriscono sptto la pioggia...
È davvero una fortuna al giorno d'oggi avere l'occhio per accorgersi dei difetti. ..io personalmente sono pignola e prima di acquistare controllo attentamente..
È davvero una fortuna al giorno d'oggi avere l'occhio per accorgersi dei difetti. ..io personalmente sono pignola e prima di acquistare controllo attentamente..
TheWiseOwl- Curiosa/o
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