artigianale vs industriale
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*Cri*
yellowblue
Elentari
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artigianale vs industriale
Ciao!
Sono iscritta da parecchi mesi, ma per ora ho solo spulciato il forum (complimenti a tutte e tutti, siete eccezionali!).
Mi scuso per la lunghezza del post, ma ho davvero dei grandi dubbi!
Seguo un corso di taglio cucito e modellistica amatoriale (senza attestato) da un anno, e mi piace molto sia la realizzazione del cartamodello (usiamo un metodo geometrico) che la confezione.
Il mio sogno sarebbe realizzare capi su misura con metodo più possibile artigianale (tipo sarta in casa di una volta, al massimo un laboratorio con piccola vetrina).
Cercando di entrare in questo mondo lavorativo, ho fatto 2 mesi "a bottega" (ovvero stavo lì a tirare punti molli e imbastiture per prima prova gratis) in un'importante sartoria maschile che ancora usa un metodo artigianale. E' stato molto interessante,anche se la mia passione è la sartoria femminile.
Adesso ho una proposta dello stesso tipo ma in una piccola ditta che usa un metodo industriale. Mi è stato detto che imparando lì avrei avuto in futuro un lavoro sicuro in mano. Non ho ancora iniziato e non sono certa di farlo, vorrei avere dei consigli da voi che avete già esperienza.
Ecco, ho sempre immaginato all'industriale come una modifica dell'artigianale cercando di produrre il più rapidamente possibile. E' corretto? Sbaglio a pensare che imparando a lavorare in modo tradizionale sia più facile passare alla produzione a taglie, piuttosto che fare viceversa?
Un'altra questione: in questo settore è normale che ditte piccole ma di lusso (centinaia di euro a capo, esportazioni, eccetera) tengano giovani ad imparare gratis anche per sei mesi? Mi sembra logico per la sarta libera professionista, ecco.
Sono confusa
Grazie ancora
Sono iscritta da parecchi mesi, ma per ora ho solo spulciato il forum (complimenti a tutte e tutti, siete eccezionali!).
Mi scuso per la lunghezza del post, ma ho davvero dei grandi dubbi!
Seguo un corso di taglio cucito e modellistica amatoriale (senza attestato) da un anno, e mi piace molto sia la realizzazione del cartamodello (usiamo un metodo geometrico) che la confezione.
Il mio sogno sarebbe realizzare capi su misura con metodo più possibile artigianale (tipo sarta in casa di una volta, al massimo un laboratorio con piccola vetrina).
Cercando di entrare in questo mondo lavorativo, ho fatto 2 mesi "a bottega" (ovvero stavo lì a tirare punti molli e imbastiture per prima prova gratis) in un'importante sartoria maschile che ancora usa un metodo artigianale. E' stato molto interessante,anche se la mia passione è la sartoria femminile.
Adesso ho una proposta dello stesso tipo ma in una piccola ditta che usa un metodo industriale. Mi è stato detto che imparando lì avrei avuto in futuro un lavoro sicuro in mano. Non ho ancora iniziato e non sono certa di farlo, vorrei avere dei consigli da voi che avete già esperienza.
Ecco, ho sempre immaginato all'industriale come una modifica dell'artigianale cercando di produrre il più rapidamente possibile. E' corretto? Sbaglio a pensare che imparando a lavorare in modo tradizionale sia più facile passare alla produzione a taglie, piuttosto che fare viceversa?
Un'altra questione: in questo settore è normale che ditte piccole ma di lusso (centinaia di euro a capo, esportazioni, eccetera) tengano giovani ad imparare gratis anche per sei mesi? Mi sembra logico per la sarta libera professionista, ecco.
Sono confusa
Grazie ancora
Elentari- Curiosa/o
- Messaggi : 7
Data d'iscrizione : 02.06.16
Re: artigianale vs industriale
Ciao!
Non so se posso esserti d'aiuto, ma io ho lavorato per sei mesi da una sarta che lavorava con metodo "industriale" i capi per le clienti. Se ho capito bene il lavoro che ti hanno proposto, anche lei ha lavorato per due anni in una piccola ditta che usava il metodo industriale e per lei è stata una bella esperienza anche perché ha imparato molto.
Detto questo, parliamo del lavoro gratis (che personalmente trovo davvero fuori luogo). Nella mia regione (il Friuli Venezia Giulia) esiste un programma chiamato PIPOL che, siccome è finanziato dalla Comunità Europea, immagino esista anche in altre regioni forse con un altro nome. Brevemente consiste in un persorso di apprendistato della durata massima di sei mesi in cui l'apprendista viene pagato 500€ al mese, parte dalla regione e parte direttamente dall'azienza. Prova a vedere se anche nella tua regione c'è un programma simile, ci sono un sacco di scartoffie da fare, ma almeno alla fine rimani con 3000€ in mano invece che niente. Fermo restando che la cosa migliore sarebbe che la ditta ti pagasse per il tuo lavoro: è vero che sei lì per imparare ma mentre sei lì lavori per loro, non rimani ferma a guardare.
E infine un consiglio: prova a chiedere se ti fanno vedere come lavorano prima di accettare o se ti fanno provare per qualche giorno per capire come funziona la ditta, così testi sul campo se la cosa possa interessarti o meno. Il mio dubbio è che ti mettano alla macchina da cucire e non ti facciano fare/vedere altro e allora forse non ne vale la pena.
Non so se posso esserti d'aiuto, ma io ho lavorato per sei mesi da una sarta che lavorava con metodo "industriale" i capi per le clienti. Se ho capito bene il lavoro che ti hanno proposto, anche lei ha lavorato per due anni in una piccola ditta che usava il metodo industriale e per lei è stata una bella esperienza anche perché ha imparato molto.
Detto questo, parliamo del lavoro gratis (che personalmente trovo davvero fuori luogo). Nella mia regione (il Friuli Venezia Giulia) esiste un programma chiamato PIPOL che, siccome è finanziato dalla Comunità Europea, immagino esista anche in altre regioni forse con un altro nome. Brevemente consiste in un persorso di apprendistato della durata massima di sei mesi in cui l'apprendista viene pagato 500€ al mese, parte dalla regione e parte direttamente dall'azienza. Prova a vedere se anche nella tua regione c'è un programma simile, ci sono un sacco di scartoffie da fare, ma almeno alla fine rimani con 3000€ in mano invece che niente. Fermo restando che la cosa migliore sarebbe che la ditta ti pagasse per il tuo lavoro: è vero che sei lì per imparare ma mentre sei lì lavori per loro, non rimani ferma a guardare.
E infine un consiglio: prova a chiedere se ti fanno vedere come lavorano prima di accettare o se ti fanno provare per qualche giorno per capire come funziona la ditta, così testi sul campo se la cosa possa interessarti o meno. Il mio dubbio è che ti mettano alla macchina da cucire e non ti facciano fare/vedere altro e allora forse non ne vale la pena.
yellowblue- Curiosa/o
- Messaggi : 1
Data d'iscrizione : 11.02.17
Re: artigianale vs industriale
Dunque, ti rispondo anche io; le differenze tra capi sartoriali interamente cuciti a mano (come possono essere certe giacche), ovvero l'arte "couture", e quelli industriale, possono essere tantissime, dipende da che punto di vista le vogliamo vedere.
Ad esempio, la sarta solitamente fa un capo su misura, l'industria su taglia.
La sarta fa tutto dall'inizio alla fine, l'industria divide in compartimenti (la modellista, la cucitrice, la tagliatrice, etc).
Con le leggi fatte ad oggi è più che possibile lavorare gratuitamente a tirocinio; in fondo ora ti sembrerà pesante, ma stai imparando gratuitamente una cosa, e i dipendenti di quella ditta vengono pagati come se stessero confezionando, ma invece stanno insegnando a te, quindi la ditta non sta realmente guadagnando; di solito si fa per formare una persona che vuoi tenere con te in azienda.
Per la proposta di lavoro su metodo industriale, vacci, fai più esperienza che puoi; sono ambienti piuttosto difficili per chi non li conosce, si punta molto sulla velocità e potrebbero non trattarti proprio bene; è molto probabile che farai solo l' assemblatrice di capi già tagliati, ma è tutta esperienza guadagnata che ti faciliterà tantissimo il lavoro in seguito; se ti assumono, stappiamo una bottiglia
Ad esempio, la sarta solitamente fa un capo su misura, l'industria su taglia.
La sarta fa tutto dall'inizio alla fine, l'industria divide in compartimenti (la modellista, la cucitrice, la tagliatrice, etc).
Con le leggi fatte ad oggi è più che possibile lavorare gratuitamente a tirocinio; in fondo ora ti sembrerà pesante, ma stai imparando gratuitamente una cosa, e i dipendenti di quella ditta vengono pagati come se stessero confezionando, ma invece stanno insegnando a te, quindi la ditta non sta realmente guadagnando; di solito si fa per formare una persona che vuoi tenere con te in azienda.
Per la proposta di lavoro su metodo industriale, vacci, fai più esperienza che puoi; sono ambienti piuttosto difficili per chi non li conosce, si punta molto sulla velocità e potrebbero non trattarti proprio bene; è molto probabile che farai solo l' assemblatrice di capi già tagliati, ma è tutta esperienza guadagnata che ti faciliterà tantissimo il lavoro in seguito; se ti assumono, stappiamo una bottiglia
Re: artigianale vs industriale
Ringrazio entrambe per la cortesia nel rispondermi!
Ok, quindi è un'esperienza che comunque può insegnarmi qualcosa di utile anche se vorrei fare la sarta proprio secondo le descrizioni di *Cri* (mi hai anche confermato le idee che avevo al riguardo dell'industria). Andrò sicuramente a vedere, allora!
Per quanto riguarda il contratto, controllerò se l'azienda aderisce (o sarebbe disposta ad aderire) a qualche programma come quello illustrato da yellowblue, o comunque proverò per vedere bene che genere di lavoro sia. Anche perché io stessa sono generalmente d'accordo con *Cri* riguardo al tirocinio gratuito, però se davvero le condizioni sono quelle: l'ultima volta una persona mi ha seguito un po' per i primi quattro giorni, per le altre settimane (sette, aspettavo il giorno in cui mi avrebbero almeno fatto vedere qualcos'altro...) ho lavorato da sola facendo la stessa cosa tutti i giorni, poi finito il lavoro facevo controllare a vista (nemmeno lo toccavano, proprio appeso alla gruccia, quindi 30 secondi) da una persona che per il resto del tempo aveva lavorato per conto suo rispondendo al massimo a qualche dubbio, senza interrompere il proprio lavoro. Non credo proprio che l'azienda non stesse guadagnando, in quei giorni, ed io ho imparato pochissimo di nuovo (esperienza molto formativa a livello umano comunque!).
Grazie ancora per i consigli e gli spunti di riflessione, vi aggiornerò!
Ok, quindi è un'esperienza che comunque può insegnarmi qualcosa di utile anche se vorrei fare la sarta proprio secondo le descrizioni di *Cri* (mi hai anche confermato le idee che avevo al riguardo dell'industria). Andrò sicuramente a vedere, allora!
Per quanto riguarda il contratto, controllerò se l'azienda aderisce (o sarebbe disposta ad aderire) a qualche programma come quello illustrato da yellowblue, o comunque proverò per vedere bene che genere di lavoro sia. Anche perché io stessa sono generalmente d'accordo con *Cri* riguardo al tirocinio gratuito, però se davvero le condizioni sono quelle: l'ultima volta una persona mi ha seguito un po' per i primi quattro giorni, per le altre settimane (sette, aspettavo il giorno in cui mi avrebbero almeno fatto vedere qualcos'altro...) ho lavorato da sola facendo la stessa cosa tutti i giorni, poi finito il lavoro facevo controllare a vista (nemmeno lo toccavano, proprio appeso alla gruccia, quindi 30 secondi) da una persona che per il resto del tempo aveva lavorato per conto suo rispondendo al massimo a qualche dubbio, senza interrompere il proprio lavoro. Non credo proprio che l'azienda non stesse guadagnando, in quei giorni, ed io ho imparato pochissimo di nuovo (esperienza molto formativa a livello umano comunque!).
Grazie ancora per i consigli e gli spunti di riflessione, vi aggiornerò!
Elentari- Curiosa/o
- Messaggi : 7
Data d'iscrizione : 02.06.16
Re: artigianale vs industriale
*Cri* ha scritto:Dunque, ti rispondo anche io; le differenze tra capi sartoriali interamente cuciti a mano (come possono essere certe giacche), ovvero l'arte "couture", e quelli industriale, possono essere tantissime, dipende da che punto di vista le vogliamo vedere.
Ad esempio, la sarta solitamente fa un capo su misura, l'industria su taglia.
La sarta fa tutto dall'inizio alla fine, l'industria divide in compartimenti (la modellista, la cucitrice, la tagliatrice, etc).
Con le leggi fatte ad oggi è più che possibile lavorare gratuitamente a tirocinio; in fondo ora ti sembrerà pesante, ma stai imparando gratuitamente una cosa, e i dipendenti di quella ditta vengono pagati come se stessero confezionando, ma invece stanno insegnando a te, quindi la ditta non sta realmente guadagnando; di solito si fa per formare una persona che vuoi tenere con te in azienda.
Per la proposta di lavoro su metodo industriale, vacci, fai più esperienza che puoi; sono ambienti piuttosto difficili per chi non li conosce, si punta molto sulla velocità e potrebbero non trattarti proprio bene; è molto probabile che farai solo l' assemblatrice di capi già tagliati, ma è tutta esperienza guadagnata che ti faciliterà tantissimo il lavoro in seguito; se ti assumono, stappiamo una bottiglia
La domanda è , ma la confezione in Italia esiste ancora? Gli unici che resistono sono piccole realtà di max 2/3 addetti che fanno produzione minima ma di qualità ormai tutto è portato all'estero dove la mano d'opera costa 1/10 o al massimo dai cinesi in Italia che lavorano 20 ore su 24.L'idea giusta sarebbe quella di imparare un arte( il cucito lo è) e poi tentare la produzione artigianale.
Re: artigianale vs industriale
davide72 ha scritto:La domanda è , ma la confezione in Italia esiste ancora? Gli unici che resistono sono piccole realtà di max 2/3 addetti che fanno produzione minima ma di qualità ormai tutto è portato all'estero dove la mano d'opera costa 1/10 o al massimo dai cinesi in Italia che lavorano 20 ore su 24.L'idea giusta sarebbe quella di imparare un arte( il cucito lo è) e poi tentare la produzione artigianale.
La mia idea sarebbe questa, infatti E spero davvero che sia possibile viverci!
Elentari- Curiosa/o
- Messaggi : 7
Data d'iscrizione : 02.06.16
Re: artigianale vs industriale
Elentari ha scritto:davide72 ha scritto:La domanda è , ma la confezione in Italia esiste ancora? Gli unici che resistono sono piccole realtà di max 2/3 addetti che fanno produzione minima ma di qualità ormai tutto è portato all'estero dove la mano d'opera costa 1/10 o al massimo dai cinesi in Italia che lavorano 20 ore su 24.L'idea giusta sarebbe quella di imparare un arte( il cucito lo è) e poi tentare la produzione artigianale.
La mia idea sarebbe questa, infatti E spero davvero che sia possibile viverci!
Un' Amica ha fatto un corso di taglio e cucito per tre anni, fa degli abiti in seta soprattutto che sono eccezionali.
La confezione in italia esiste ancora?
Elentari ha scritto:davide72 ha scritto:La domanda è , ma la confezione in Italia esiste ancora? Gli unici che resistono sono piccole realtà di max 2/3 addetti che fanno produzione minima ma di qualità ormai tutto è portato all'estero dove la mano d'opera costa 1/10 o al massimo dai cinesi in Italia che lavorano 20 ore su 24.L'idea giusta sarebbe quella di imparare un arte( il cucito lo è) e poi tentare la produzione artigianale.
La mia idea sarebbe questa, infatti E spero davvero che sia possibile viverci!
Buongiorno a tutti,
rispondo al quesito posto da Davide 72. Sì, la confezione esiste, almeno nella mia zona.
Qualche anno fa Zegna ha riportato in Italia la manifattura che aveva all'estero perchè aveva la necessità che il suo prodotto fosse interamente made in Italy. Qui c'era già lo stabilimento di Biella a la Incotex (proprietà Zegna confezione uomo). A Novara c'è Versace, Gucci, Alexander McQueen, Zamasport (confezionista di Chanel e Burberry). Zamasport e Gucci, che si stanno espandendo, ad esempio, assumono giovani con contratto formazione, meglio se hanno già fatto un pochino di esperienza o comunque abbiano voglia di imparare un mestiere. Insomma in questo settore sembra esserci un orizzonte sereno, ma...non è così semplice. E' un mestiere impegnativo, che chiede una totale dedizione e disponibilità. In Zamasport, ad esempio, pagano abbastanza bene, hai tanti vantaggi, la mensa gratuita, e altri benefit, sei trattato benissimo, ma quando l'azienda chiede ci devi essere: in questi giorni stanno preparando la sfilata di Chanel: le mie ex colleghe si sparano qualcosa come 3 ore di straordinario dal lunedì al venerdì e il sabato che normalmente si sta a casa, lavorano fino alle 14. Per chi ha famiglia non è il massimo... poi è richiesta la concentrazione totale sul lavoro e la perfezione maniacale. Le tasche si posizionano con il contafili, il disegno deve combaciare, ti misurano tutto con il calibro, devi saper fare un po' tutto e...insomma... abbastanza stressante. Da Zegna (Incotex), ad esempio, c'è l'asilo interno per i bimbi delle dipendenti.
Ora la Kering (cioè Prada-Versace-Gucci) sta costruendo un polo enorme a due passi da Novara, dove faranno confezione e logistica, è perfino prevista una palestra per i dipendenti oltre a piste ciclabili e navette gratuite da e per le stazioni FS. Se investono così tanto vuol dire che le prospettive sono buone.
Re: artigianale vs industriale
beh il futuro radioso prospettato da questa gente che fa lavorare gratis, è il solito specchietto per le allodole a mio parere, non ci sono certezze secondo me e in generale di imparare non si smette mai
se fossi in te continuerei ad investire nella formazione più che fare queste gavette che secondo me sono abbastanza inutili, io per esempio ho fatto l'accademia di belle arti e mi ha dato tutti gli strumenti del caso qualora volessi partire con un mio progetto sartoriale, ma conosco anche persone che hanno fatto un corso di sartoria base e sono andate molto lontano, certo si sono impegnate da matti
soprattutto se il tuo sogno è quello di aprire una sartoria vecchio stile, direi che ti serve un corso di confezione alta moda per esempio perché ormai quel tipo di prassi è riservata o all'alta moda (vedi i video di Dior) oppure alle piccolissime realtà artigianali. Avrebbe forse più senso proporsi a qualche laboratorio artigianale o pensare di affiancare un'artigiana\o, in questo caso farlo gratuitamente avrebbe senso perché queste realtà non navigano certo nell'oro e avresti modo di imparare il tipo di mestiere che interessa a te
per esempio ai mercatini dell'artigianato selezionati (non le sagre di paese per intenderci) partecipano spesso stilisti indipendenti, piccoli progetti sartoriali gestiti da una o due persone e lì il metodo è quello, confezione completamente su misura e a mano
poi la finitura dell'alta moda magari non è detto che la facciano ma si limitano a quelle base, ma la sostanza è quella
la produzione industriale come ti hanno detto, è diversificata per mansione, sicuramente c'è l'aspetto della velocità, ma anche del risparmio, difatti anche se si parla di lusso è pur sempre pret à porter, l'abito confezionato completamente su misura cucito a mano è alta moda
poi è questione di punti di vista, io non andrei mai a lavorare per una grossa azienda, sia per motivi personali perché l'ambiente moda-confezione non lo digerisco in generale, quindi o lavoro da sola o al massimo con pochissime altre persone oppure niente, sia perché credo fermamente nella moda slow, una dimensione piccola, sostenibile, a misura di persona e non di azienda
però i miei compagni per esempio avevano questo come massima aspirazione
infatti visto che creare un mio laboratorio sarebbe troppo impegnativo e costoso, per il momento ho anche accantonato moda e cucito e mi occupo di tutt'altro
se fossi in te continuerei ad investire nella formazione più che fare queste gavette che secondo me sono abbastanza inutili, io per esempio ho fatto l'accademia di belle arti e mi ha dato tutti gli strumenti del caso qualora volessi partire con un mio progetto sartoriale, ma conosco anche persone che hanno fatto un corso di sartoria base e sono andate molto lontano, certo si sono impegnate da matti
soprattutto se il tuo sogno è quello di aprire una sartoria vecchio stile, direi che ti serve un corso di confezione alta moda per esempio perché ormai quel tipo di prassi è riservata o all'alta moda (vedi i video di Dior) oppure alle piccolissime realtà artigianali. Avrebbe forse più senso proporsi a qualche laboratorio artigianale o pensare di affiancare un'artigiana\o, in questo caso farlo gratuitamente avrebbe senso perché queste realtà non navigano certo nell'oro e avresti modo di imparare il tipo di mestiere che interessa a te
per esempio ai mercatini dell'artigianato selezionati (non le sagre di paese per intenderci) partecipano spesso stilisti indipendenti, piccoli progetti sartoriali gestiti da una o due persone e lì il metodo è quello, confezione completamente su misura e a mano
poi la finitura dell'alta moda magari non è detto che la facciano ma si limitano a quelle base, ma la sostanza è quella
la produzione industriale come ti hanno detto, è diversificata per mansione, sicuramente c'è l'aspetto della velocità, ma anche del risparmio, difatti anche se si parla di lusso è pur sempre pret à porter, l'abito confezionato completamente su misura cucito a mano è alta moda
poi è questione di punti di vista, io non andrei mai a lavorare per una grossa azienda, sia per motivi personali perché l'ambiente moda-confezione non lo digerisco in generale, quindi o lavoro da sola o al massimo con pochissime altre persone oppure niente, sia perché credo fermamente nella moda slow, una dimensione piccola, sostenibile, a misura di persona e non di azienda
però i miei compagni per esempio avevano questo come massima aspirazione
infatti visto che creare un mio laboratorio sarebbe troppo impegnativo e costoso, per il momento ho anche accantonato moda e cucito e mi occupo di tutt'altro
mirtabianchi- Super Sartina/o Attiva/o
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Data d'iscrizione : 11.06.14
Re: artigianale vs industriale
Sono d'accordo che non si finisce mai di imparare, e per imparare ci sono tante modalità.
Io mi riferivo al contratto di formazione, che è un contratto a tutti gli effetti, retribuito e con tutti i diritti degli altri contratti. Per poterne usufruire ci sono dei vincoli, l'età ad esempio. Al termine del contratto di formazione (di solito 24mesi) c'è l'assunzione. Poi c'è il tirocinio finanziato da Stato e Regione, retribuito. Certo si prende poco (in base alla Regione) e alla fine l'assunzione non è garantita. Infine il tirocinio gratuito, molto raro perchè presuppone almeno una copertura assicurativa e non tutti i laboratori, soprattutto piccoli, sono disposti a farsene carico. L'azienda non prende in tirocinio gratuito a meno che non sia nell'ambito di un corso scolastico/ente di formazione.
Per aprire un proprio laboratorio di sartoria ci sono tante spese, troppe a mio parere. Devi aprire partita Iva (cha ha un costo), la tenuta libri contabili (deve farlo un ragioniere abilitato o commercialista e ha un costo), l'affitto del locale, spese per mettere il locale a norma (dal contatore elettrico al bagno ), le spese di materiale e macchinari, bollette, ecc...Si rischia troppo. Per iniziare si può lavorare in casa, con ritenuta d'acconto, purchè non si superino i 5000 euro annuali. Poi, se l'attività "marcia", si può pensare più in grande. Io però, un periodo in un'azienda, anche se poco retribuito, lo farei. Si impara tanto e in fretta e poi si ha la possibilità di crearsi una rete di conoscenze che potrebbe essere utile.
Io mi riferivo al contratto di formazione, che è un contratto a tutti gli effetti, retribuito e con tutti i diritti degli altri contratti. Per poterne usufruire ci sono dei vincoli, l'età ad esempio. Al termine del contratto di formazione (di solito 24mesi) c'è l'assunzione. Poi c'è il tirocinio finanziato da Stato e Regione, retribuito. Certo si prende poco (in base alla Regione) e alla fine l'assunzione non è garantita. Infine il tirocinio gratuito, molto raro perchè presuppone almeno una copertura assicurativa e non tutti i laboratori, soprattutto piccoli, sono disposti a farsene carico. L'azienda non prende in tirocinio gratuito a meno che non sia nell'ambito di un corso scolastico/ente di formazione.
Per aprire un proprio laboratorio di sartoria ci sono tante spese, troppe a mio parere. Devi aprire partita Iva (cha ha un costo), la tenuta libri contabili (deve farlo un ragioniere abilitato o commercialista e ha un costo), l'affitto del locale, spese per mettere il locale a norma (dal contatore elettrico al bagno ), le spese di materiale e macchinari, bollette, ecc...Si rischia troppo. Per iniziare si può lavorare in casa, con ritenuta d'acconto, purchè non si superino i 5000 euro annuali. Poi, se l'attività "marcia", si può pensare più in grande. Io però, un periodo in un'azienda, anche se poco retribuito, lo farei. Si impara tanto e in fretta e poi si ha la possibilità di crearsi una rete di conoscenze che potrebbe essere utile.
Re: artigianale vs industriale
la pratica però non basta, ci vuole anche una formazione di stampo culturale alle spalle, altrimenti si rimane solo dei bravi artigiani, difatti normalmente l'artigiano è al servizio di chi ci mette l'idea creativa
l'artigiano da solo senza il sufficiente background culturale e gli strumenti per incanalare la propria creatività, non reggerà mai la concorrenza della produzione di massa e questo lo dico per esperienza e conoscenza del settore
per aprire un laboratorio purtroppo in Italia devi partire con un capitale e poi comunque non basta, cioè o lavori bene sul territorio per esempio un conto è aprire un laboratorio\negozio su strada in una via molto frequentata in un grosso centro, un conto è avere solo un laboratorio e doversi fare pubblicità
l'idea di partire in casa con poco e lavorare occasionalmente lo dico con grande sincerità, non funziona, ce la facevi magari una volta ma adesso è diventato davvero difficile, rischi di impantanarti, poi senza una base di progettazione del prodotto oltre che di artigianalità e un investimento nella comunicazione, che oggi è diventata cruciale, non riesci
l'artigiano da solo senza il sufficiente background culturale e gli strumenti per incanalare la propria creatività, non reggerà mai la concorrenza della produzione di massa e questo lo dico per esperienza e conoscenza del settore
per aprire un laboratorio purtroppo in Italia devi partire con un capitale e poi comunque non basta, cioè o lavori bene sul territorio per esempio un conto è aprire un laboratorio\negozio su strada in una via molto frequentata in un grosso centro, un conto è avere solo un laboratorio e doversi fare pubblicità
l'idea di partire in casa con poco e lavorare occasionalmente lo dico con grande sincerità, non funziona, ce la facevi magari una volta ma adesso è diventato davvero difficile, rischi di impantanarti, poi senza una base di progettazione del prodotto oltre che di artigianalità e un investimento nella comunicazione, che oggi è diventata cruciale, non riesci
mirtabianchi- Super Sartina/o Attiva/o
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Re: artigianale vs industriale
Ciao a tutti
stavo leggendo questi articoli molto interessanti e vorrei rispondere anche io e parlare delle mie esperienze. io ho un diploma di modellistica sartoria conseguito ormai 20 anni fa all'istituto professionale , quando andavo a scuola facevamo stage presso aziende (ovviamente non retribuito) poi finita la scuola continuai a fare qualche stage presso alcune aziende con lo scopo di imparare, ma posso assicurarti che il mio ruolo era di puro "sfruttamento" perché facevo di tutto tranne che imparare, e quando facevo i colloqui le parole erano le stesse "noi ti formeremo perché tu devi imparare bla bla bla" ma alla fine non era vero niente e nel frattempo io lavoravo come una cretina e non venivo pagata , loro speculavano su di me e il guadagno era tutto loro. dopo queste esperienze decisi di fare un corso di sartoria maschile e artigianale ( a scuola avevo imparato il metodo industriale) un altro diploma di 5 anni . Quando mi proponevo alle aziende ( diploma di modellista industriale e diploma di sarta modellista artigianale maschile e femminile) mi sentivo spesso dire " si, hai una bella formazione ma.....non sai usare autocad" e io ancora giovane rispondevo "ma se qualcuno mi insegna posso sempre imparare" ma era una scusa dietro l'altra "non c'e tempo e bla bla bla" poi magari assumevano la figlia dell' amica del parente e della cognata. Dopo tutto questo bellissimo racconto che ho scritto la mia risposta e' non andare senza essere pagata perché il lavoro si impara sul campo lavorando e essere pagati . l'esperienza e' fatta di sbagli correzioni e sbagli e' questa la famosa esperienza.
stavo leggendo questi articoli molto interessanti e vorrei rispondere anche io e parlare delle mie esperienze. io ho un diploma di modellistica sartoria conseguito ormai 20 anni fa all'istituto professionale , quando andavo a scuola facevamo stage presso aziende (ovviamente non retribuito) poi finita la scuola continuai a fare qualche stage presso alcune aziende con lo scopo di imparare, ma posso assicurarti che il mio ruolo era di puro "sfruttamento" perché facevo di tutto tranne che imparare, e quando facevo i colloqui le parole erano le stesse "noi ti formeremo perché tu devi imparare bla bla bla" ma alla fine non era vero niente e nel frattempo io lavoravo come una cretina e non venivo pagata , loro speculavano su di me e il guadagno era tutto loro. dopo queste esperienze decisi di fare un corso di sartoria maschile e artigianale ( a scuola avevo imparato il metodo industriale) un altro diploma di 5 anni . Quando mi proponevo alle aziende ( diploma di modellista industriale e diploma di sarta modellista artigianale maschile e femminile) mi sentivo spesso dire " si, hai una bella formazione ma.....non sai usare autocad" e io ancora giovane rispondevo "ma se qualcuno mi insegna posso sempre imparare" ma era una scusa dietro l'altra "non c'e tempo e bla bla bla" poi magari assumevano la figlia dell' amica del parente e della cognata. Dopo tutto questo bellissimo racconto che ho scritto la mia risposta e' non andare senza essere pagata perché il lavoro si impara sul campo lavorando e essere pagati . l'esperienza e' fatta di sbagli correzioni e sbagli e' questa la famosa esperienza.
simonny09- Utente
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